Apr 17 2011

mal di predica 18 04 2011

Published by at 11:22 pm under costume,religioni

MAL DI PREDICA

Il cardinal Tettamanzi , Arcivescovo di Milano , mette gli abiti della domenica e interroga : perché ci sono uomini che fanno la guerra , ma non vogliono si definiscano come guerra le loro decisioni , le scelte e le azioni violente ? perché molti agiscono con ingiustizia , ma non vogliono che la giustizia giudichi le loro azioni ? perché tanti vivono arricchendosi sulle spalle dei paesi poveri , ma poi si rifiutano di accogliere coloro che fuggono dalla miseria ?
Eccellenza , per trovare una risposta a domande tanto impegnative , metta il naso in casa sua e chieda perché tanti casi di pedofilia sono stati nascosti fino al nonsenso e ammessi solo quando non era ragionevolmente possibile fare altro .

Cremona 18 04 2011 www.flaminiocozzaglio.info

3 responses so far

3 Responses to “mal di predica 18 04 2011”

  1. danielaon 18 Apr 2011 at 2:14 am

    Don Antonio Pezzetti della Caritas cremonese rincara la dose: “ospitateli a pranzo per Pasqua”…
    E io dovrei ospitare un estraneo in casa mia? Come non faccio entrare in casa mia persone italiane che non conosco e non so chi siano, così non faccio entrare in casa mia immigrati sconosciuti!
    Ancora Don Pezzetti: “la solidarietà e l’integrazione sono valori; evitate l’egoismo nella Settimana Santa”…questo come risposta a chi aveva telefonato per protestare; a parte che per me l’integrazione può essere un valore se l’Italiano non la subisce come una cosa forzata e se c’è la volontà soprattutto da parte dell’immigrato di integrarsi (e i genitori musulmani che rinchiudono in casa le loro figlie, quando non le ammazzano, perché quest’ultime si sono integrate, dimostrano chiaramente, pur magari non essendo dei terroristi di Al Qaeda, di non volersi integrare…e per me, in questo caso, possono anche tornare a casa loro), poi non è che nella Settimana Santa (parlo di me) si diventa automaticamente meno diffidenti o si rischia meno di venire fregati.
    Don Pezzetti dice “purtroppo qualcuno ha chiamato per protestare”…bé, poteva anche mettere in conto che qualche cittadino poteva non essere d’accordo.
    Il “bello” (si fa per dire) arriva con la sua seguente dichiarazione: “Io penso che 30 persone in più a Cremona non possano rappresentare una reale insidia e che, comunque, pochi rimarranno, visto che l’obiettivo di quasi tutti è quello di ricongiungersi con i parenti. E’ vero, qualche rischio può esserci: ma ricordo che la solidarietà è un valore professato non solo dalla fede cattolica, ma anche indicato dalla Costituzione. Nella Settimana Santa, a 7 giorni dalla Pasqua, penso che un minimo di egoismo in meno, con un briciolo in più di attenzione alla salute e ad una matura integrazione, non guasterebbe”…
    Considerazioni mie: 30 persone in più a Cremona non sono un’insidia se tutte queste si comportano bene, se anche 28 o 29 fossero innocue, ma il 30° è o un “comune” delinquente o, peggio, un terrorista…anche con uno già ci sarebbero gravi danni a Cremona e ai cremonesi (…sempre se uno crede, come la sottoscritta, al tunisino che aveva accusato la cellula cremonese di voler progettare attentati contro il Duomo di Cremona e la metro di Milano).
    I clandestini che vogliono ricongiungersi ai parenti…Don Pezzetti non ha specificato dove abitano i parenti di questi immigrati: a Cremona (in questo caso temo che ne rimarranno parecchi), in altre località italiane o nel loro paese d’origine?
    Io non credo che questi, al momento di essere rimpatriati, si faranno trovare; pare abbiano la possibilità di muoversi senza alcun vincolo…io su questo non sono tanto d’accordo: se cominciano a spostarsi da una città a un’altra o da una regione a un’altra per conto loro, senza essere scortati dalla Polizia, come si fa poi a controllarli? Già è difficile controllarli tutti se anche non si muovono da Cremona!
    Don Pezzetti parla del rischio che potrebbe esserci: sarei curiosa di sapere a quale rischio si riferisce…magari è lo stesso rischio che temo io.
    Secondo Don Pezzetti la solidarietà è un valore indicato anche dalla Costituzione: io di quest’ultima ricordo solo alcuni articoli, ma non ricordo in quale articolo parla della solidarietà; chissà se la Costituzione prevede anche la possibilità, in caso di progetti di attentati da parte di alcuni terroristi islamici, di revocare il permesso a questi (o altri musulmani) di trovarsi per pregare (???) insieme…
    Non ricordo tutti gli articoli, ma la Costituzione parla anche del diritto di qualunque cittadino a non saltare per aria per qualche bomba (e il suo diritto a non vivere nel terrore), solo perché non musulmani o solo perché sono occidentali?
    Il direttore della Caritas sappia che uno magari si comporta in modo non egoista, ma nei confronti di altre persone e non degli immigrati…i cittadini, secondo me, vogliono essere liberi di scegliere chi vogliono, eventualmente, aiutare; vorrei sapere dal direttore della Caritas se l’accenno che ha fatto a una maggiore attenzione alla salute è da intendersi come battuta o no…se era una battuta ci si ride sopra e finisce lì, se non lo era, lo accetto un po’ meno.
    Il vice Questore e il personale del centro diocesano hanno raccomandato agli immigrati di rispettare le regole…se le rispettano bene (…e ci mancherebbe che non le rispettino! Li accogliamo e loro sono liberi di comportarsi come vogliono?), se non le rispettano…in questo caso la mia domanda è: i responsabili della Caritas (accoglienti e, temo, super-garantisti) prenderanno dei provvedimenti? Se sì, quali? Se no, perché non fanno nulla?
    Pare che Cremona sia la città dove ne sono arrivati di più…c’è qualcosa che non mi quadra: Cremona non è la città più grossa della Lombardia e non è nemmeno tra le più grosse; 25 a Bergamo, 7 a Brescia, 15 a Como, 10 a Pavia e 12 a Varese…e le altre città?
    Sulla Provincia di ieri, dove c’è quest’articolo sull’arrivo degli immigrati (tunisini, non libici…quindi non dovrebbero nemmeno essere qui), si legge anche come stati distribuiti fra le varie regioni i primi 2000 immigrati; a parte che a scrivere “i primi 2000” suona quasi “minaccioso”, poi ho un dubbio: si sono sempre chiamati “immigrati”…com’è che adesso sono diventati “migranti” (questo non lo fa solo il cronista del nostro giornale locale, ma i giornalisti in genere)? E’ un termine più “delicato”? E’ più “politicamente corretto”? Gli Italiani che andavano in America io li chiamo “emigranti” perché emigravano DALLA nostra Patria, gli africani (ma anche slavi, albanesi, ecc.) io li chiamo “immigrati” perché arrivano NELLA nostra Patria.
    Tornando alla distribuzione degli immigrati: ci sono regioni che, al momento, pare non risultino fra quelle che li riceveranno, tra queste la Toscana (ma avevo capito che, se pure contraria all’inizio, poi li avrebbe accolti: magari ricordo male io), l’Umbria e la Sicilia…magari i prossimi che arrivano (SE arrivano, ma temo di sì) si manderanno là, in caso contrario, vorrei sapere perché loro “possono” non riceverli; un conto è l’isoletta di Lampedusa, ma perché non sistemarne comunque anche un po’ in Sicilia?
    Gli immigrati sono stati ricevuti anche in regioni come Valle D’Aosta (5) e Trentino Alto Adige (22 nella provincia di Trento)…chissà se i singoli cittadini sono d’accordo!
    Spero comunque che non ne risentano le varie stagioni turistiche, questo vale sia per queste 2 regioni (parlo di 2 stagioni, perché queste hanno anche la stagione invernale), ma anche per le altre, tipo la Riviera Adriatica (ma soprattutto, aggiungo io, vale per la Regione Marche).
    Per concludere: il cronista ha dedicato alla notizia dell’arrivo degli immigrati 2 intere pagine…per me è persino eccessivo, magari bastava un trafiletto!

  2. adminon 18 Apr 2011 at 5:54 am

    don Pezzetti ci invita ad accoglierli nelle nostre case per pregare assieme durante la Santa Pasqua , come fanno sempre ben volentieri , nel rispetto innato che hanno verso la civiltà degli altri …

  3. danielaon 18 Apr 2011 at 12:09 pm

    Sì, come i terroristi della cellula cremonese: pare che, un po’ di tempo prima che saltasse fuori tutto, questi avessero partecipato a un incontro di preghiera comune con il Vescovo.

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